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In alcune zone del nord Italia, la tradizione popolare ha trasformato il Santo in un personaggio diverso da quello casto e mite che era stato ed ha finito per attribuirgli il patronato della gioia disordinata dei giocatori, dei beoni, dei mariti ingannati. Il motivo di ciò è da ricondursi al fatto che, nei giorni in cui ricorre la festa del Santo, si compie la svinatura, che offre l'occasione per dare vita a festose ed abbondanti libagioni e a conviti. S. Martino è perciò rappresentato come ubriaco nell'atto di somministrare bastonate a destra e a manca.
Tra i cibi di rito, il tacchino, la cicerchiata (ciambella di pasta dolce) e dolci da inzuppare nel vino (i sammartini).
L'11 novembre, specialmente nei paesi di clima freddo, segna l'inizio dell'inverno per cui spesso si registrano usanze assai simili a quelle del 1° gennaio o del Carnevale.
Nell'Italia settentrionale l'11 novembre è una delle date tradizionali per la scadenza dei contratti agrari.
Secondo un proverbio l'estate di S. Martino durerebbe tre giorni; secondo un altro proverbio se piove a S. Martino pioverà per altri quaranta giorni.
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In tutto il mondo a S. Martino sono dedicate oltre 11000 parrocchie. In Francia gli sono dedicati oltre 500 fra villaggi e frazioni, e circa 4000 parrocchie portano il suo nome. In Belgio gli sono dedicate 382 chiese.
Anche in Italia a San Martino sono dedicate numerosissime chiese e il Santo è patrono di centri come Capriglio - Montemagno - Villafranca d'Asti
San Martino è considerato il patrono dei soldati e dei cavalieri e, per il suo atto di carità, dei medicanti. Tuttavia, per via del mantello, è considerato protettore dei sarti; per la cinghia, alla quale era appesa la sua spada, dei conciatori di pelli e dei lavoratori del cuoio. Poiché, secondo una tradizione, una volta cambiò l'acqua in vino, è patrono degli osti, dei fabbricanti di brocche, dei bevitori e degli ubriachi. Poiché in occasione della sua festa si beve il vino nuovo, Egli è anche considerato il patrono dei viticultori e dei vendemmiatori.
Gli emblemi del Santo sono: il bastone pastorale – il globo di fuoco - il mantello
Il termine architettonico «cappella» deriva da un piccolo edificio all'interno del quale i sovrani merovingi tenevano una reliquia del Santo, probabilmente un frammento del suo mantello (cappa), parola tardolatina che indicava un pesante mantello protettivo.
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