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La Mensa di Via Nome di Gesù è la struttura caritativa più importante della Comunità di San Martino di Tours. La Mensa dei Poveri fu il primo Settore Operativo che la Caritas diocesana fondò a Siracusa nel maggio del 1989, ottemperando alle direttive della Caritas Nazionale. L’Organismo Pastorale della Chiesa in quel periodo proponeva, infatti, a tutte le diocesi italiane la fondazione di Centri di Prima Accoglienza per i giovani immigrati nord africani. Tale obiettivo è stato mantenuto sotto la direzione del Fondatore, quattro anni dopo. Il Fondatore ha dedicato il Centro di Prima Accoglienza a San Martino e lo ha intitolato "Centro di Accoglienza San Martino".È proprio in questo luogo che i Sammartini, i volontari dell’associazione, incontrano i disagiati di ogni etnia e di ogni tipo di disagio.
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Per i Sammartini le diverse forme del disagio sopportate dagli ospiti della Mensa dei Poveri sono sempre state un valido suggerimento per inventare le altrettante diverse forme d’intervento necessarie. Da tale suggerimento sono nati tutti i Progetti, il consistente corpo delle attività caritative dell’associazione. Ciò è stato possibile anche grazie al contributo finanziario dell’ente ecclesiastico e degli enti pubblici. Attorno ai fornelli della Mensa si muovono, a turni bisettimanali, novanta cuoche, esperte nelle delizie della cucina siracusana e di altre. Quattordici O.R.T., gli Operatori Responsabili di Turno, presiedono, con attenta vigilanza, il corretto ed efficiente svolgersi del servizio quotidiano. Il Cento di Accoglienza San Martino è dotato di servizi igienici e di docce. Funziona dalle ore 17,30 alle ore 19,30, dal lunedì al venerdì. Il sabato e la domenica si offre il pranzo, dalle ore 10,30 alle ore 14,00. Nel più recente periodo il numero degli ospiti si è triplicato, rispetto ai periodi precedenti, creando non pochi problemi di ordine finanziario. Infatti, da una media di venticinque presenze giornaliere si è toccata la punta di oltre settanta presenze al giorno. Dono della crisi. Il Centro di Accoglienza è mantenuto dal contributo curiale riveniente dall’otto per mille e dagli atti di liberalità di terzi.
Dal mese di febbraio 2020, da quando cioè è scoppiata la pandemia del Coronavirus, gli assistiti, per motivi precauzionali, non possono consumare il pasto caldo, che i volontari quotidianamente preparano per loro, seduti all'interno della mensa, ma lo asportano per consumarlo a casa loro o altrove.
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